Che è cosa ancora più strana, considerando che non era solo un cibo avariato e quindi non sano. Era anche cibo putrefatto; un organismo che è passato dal mondo dei vivi, delle sostanze che ci sostengono, che bruciano dentro di noi facendoci muovere, interagire, sviluppare cellule necessarie e tutto il resto, al regno immobile in cui le cose si trovano in una dimensione fredda, silenziosa, che ci nega nutrimento, ci blocca, ci fa deperire e infine sparire.
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Alle venti e diciotto di venerdì 16 giugno c’erano quasi trentadue gradi, ma non era tanto il caldo a irritarlo, quanto l’intuizione improvvisa – e ormai improrogabilmente definitiva – che il ritardo di lei non dipendesse in alcun modo dal tempo impiegato a prepararsi, ma da qualche inspiegabile occupazione in cui doveva essersi impegnata fino [continua]
Gustavo Paradiso: Qual è il tema o il motivo – se ce ne è uno – che unisce i racconti de La fine dei nostri problemi? Gianni Agostinelli: Sono racconti, alcuni molto brevi, accomunati dalla volontà di immergersi nel tempo presente della narrazione di un accadimento. Un istante della giornata, un piccolo particolare che [continua]
Gustavo Paradiso: Vogliamo cominciare dal titolo? Perché L’animalista? Alberto Volpi: Be’, il titolo potrebbe generare qualche equivoco, perché qui con “animalista” non si intende il significato oggi più corrente, cioè quello di amante o difensore degli animali, ma piuttosto chi scolpisce soggetti di quel genere. Si tratta del protagonista del primo racconto, che svolge [continua]