Per chi è abituato a considerare settembre un inizio, giugno-luglio una fine, a contare gli anni a tre a tre o a cinque a cinque, invecchiando improvvisamente per trienni o quinquenni, ovvero studenti e soprattutto professori, questo autunno crepuscolare spinge subdolo a parlare di scuola. Già lo feci qui su Zibaldoni del 9 settembre 2013, [continua]
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Nei prossimi giorni gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado saranno impegnati nello svolgimento dei cosiddetti test INVALSI. In questo saggio, pubblicato nell’ultimo volume del “Seminario Internazionale sul Romanzo” dell’Università di Trento, il lettore è invitato a interrogarsi su tutto quello che, con l’avvento della logica delle “crocette”, è andato perduto in termini di abilità compositive e creative.
Settembre è il più crudele dei mesi, specie per studenti ed insegnanti. È anche il periodo in cui s’infittiscono, ripetitivi ed effimeri, i discorsi sulla scuola, gonfiando l’immaginario collettivo. Prendiamone in esame una ben delimitata sezione: i romanzi degli ultimi vent’anni che hanno come protagonista centrale la scuola e che sono rivolti a un pubblico [continua]
Ogni anno che torno a scuola, spesso in una nuova scuola dove mi spediscono a insegnare, i primi giorni è come se vedessi tutto per la prima volta. Quando torno a casa mi viene sempre voglia di descrivere ogni cosa che ho visto, parlo al primo che incontro di ogni cosa che mi è capitata, [continua]
Note in condotta
Tutto è corpo, e ogni corpo deve assolvere un dovere; se non vuole essere nullificato deve avere una finalità, che si manifesta nell’obbedienza alle grandi leggi del respiro personale, e del respiro di tutti gli altri viventi. E queste leggi non possono essere trascurate”. Anna Maria Ortese, “Corpo celeste” Le “note in condotta” sono scritture raccolte [continua]
Mi avevano mandato a insegnare nella succursale del liceo. Al mio arrivo, mi accoglie il bidello, un tipo alto e magro, mai visto prima, e mi guida fin dentro l’aula, dove avrei dovuto insegnare. Abbiamo disceso pochi gradini, lui avanti e io indietro, ritrovandoci in un seminterrato, illuminato dalla luce di un neon, senza la [continua]
Io credo che bisogna ripensare a tutta la questione di come si impara a scrivere quando si è bambini, e a quel passaggio che compiamo prima di arrivare alla lettura silenziosa, cioè la lettura sillabando con la voce le parole scritte, e quindi riflettere su quando si rompe quel filo che collega la voce alla [continua]