Anche oggi non si sa per chi si racconta: ad esempio in rete si racconta per un pubblico sconosciuto, ma di fatto si sa sempre di più che il pubblico che andrà a cercare il nostro racconto non sarà del tutto ignoto, sarà – salvo eccezioni – abbastanza prevedibile in termini di abitudini di lettura e di preferenze. Scriviamo su riviste digitali e siti specializzati che fungono in parte da camere di risonanza delle nostre opinioni; del resto, sarebbe difficile trovare in rete un sito davvero generalista che abbia successo offrendo solo finzioni. Quindi, come prima si raccontava per una comunità stanziale su un territorio, oggi si racconta per una delle tante microcomunità o tribù digitali raccolte attorno a una manciata di siti o di riviste.