Il ricordo dedicato a Gianni Celati da Walter Nardon, suo amico caro e studioso della sua opera: “Nella sollecita attenzione che ha avuto per tanti e anche per me, citerei la condivisione di un assunto inevitabile, ossia che la disciplina non basta, che nella scrittura ci vogliono dedizione e il coraggio di mostrarsi vulnerabili, anche quando non si tratta di una questione puramente emotiva”.
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Per ricordare Gianni Celati, scomparso il 3 gennaio scorso a Brighton, pubblichiamo il testo d’avvio di uno dei libri più importanti a lui dedicati, Il geografo e il viaggiatore di Massimo Rizzante. Per la verità non ci sarebbe bisogno di ricordare qui Celati perché la sua presenza in Zibaldoni e altre meraviglie è dappertutto fin dalle origini, anzi da prima che la rivista nascesse. Tuttavia, questo testo di Rizzante parla dell’amicizia, ossia di quel sentimento umano (che Celati chiamava anche Eros, riferendosi a Platone) che ha consentito a tanti di noi di stare in sintonia con un altro passo e un’altra visione sulle questioni della letteratura. Un passo e una visione comuni, cioè come se, mentre parlavamo discutevamo scrivevamo, fossimo non tanto degli scrittori individuabili, ma una comunità, un’unica mano che agiva, un unico intelletto che si manifestava nelle forme più diverse. Se Zibaldoni è nata ed è andata avanti, è solo grazie a questa amicizia (o Eros), con cui Celati ha avuto il merito di metterci in sintonia, aiutandoci a diventare così “almeno un po’ UOMINI PACIFICI”. (Edv)
Saranno, dunque, Zibaldoni d’eccezione, quelli che vedranno la luce, in un duplice senso: per lo stato in cui sembrano piombare sempre più le nostre comunità, e perché siamo convinti che la letteratura, a maggior ragione in una situazione del genere, deve ancora di più fare eccezione, staccandosi dall’attualità